Scratches Positano

Scratches


Il progetto fotografico è stato realizzato sui graffi di vari muri di Positano.

L’idea è nata dal desiderio di rendere “eterno” ciò che inevitabilmente sarebbe andato perso… segni del tempo, storie ed immagini “risistemati” con stucchi e cemento.
Opere d’arte, sculture astratte, capolavori coperti da una nuova tela, piatta, su cui verranno “scritti” nuovi racconti, dimenticando però il loro passato.

 

Graffi – Vincenzo D’Urso

“Graffi lunari sui muri che regalano la trascuratezza degli anni. Si accompagnano anni di voci, di sguardi, di mani. La pioggia confonde i loro colori, muta le forme, scalfisce vene vulcaniche.

Una spirale: il passato che ricalca se stesso, amplificandolo. Un labirinto, un terremoto, un fondo oceanico, una macchia nera; rappresentazioni ansiose dello scorrere sanguinario di una vita con sedicenti manutenzioni.

Quante braccia, quanta violenza, quanti pugni in muri resuscitati nella loro bellezza.

Creati e abbandonati, individualmente senza costrizione, senza emendamenti. Cascate ghiacciate e vomiti e spasmi e incubi e paure.

Si susseguono muri condiscendenti, arrendendosi all’eternità, lanciati in un frenetico divenire. Vuoti, buche, dune ventose, ipocriti vermi. Incessantemente manomessi, sbriciolano sopravvivendo, passivamente, arrendendosi.

L’invisibile e inutile trasformarsi, appare all’occhio disturbato.

Nuvole grigie euforiche e muri senza neve, deserti ibernati. E prendere con mano cementificazioni celebrali, mura di graffi, mura separanti, di divisione, di odio, mura intellettuali, pregiudizievoli, muri, muri e solo muri non oltre l’orizzonte. Muri da blocchi stradali, mura ureterali, illegali, immorali, canali, banali, equosolidali, ali, principali, eripe me his, invicte, malis.

I graffi sui muri regalano l’abbandono degli anni.”